ARTE DA RECORD.
Di Chiara Filipponi
È di qualche tempo fa ormai la notizia che il celebre “Ritratto di patata” del fotografo Kevin Abosch sia stato venduto ad un collezionista per un milione di dollari. Quest’opera sarebbe la più cara venduta dall’artista irlandese, famoso soprattutto per i suoi ritratti di personaggi famosi del mondo dello spettacolo internazionale. Tuttavia, non è l’unica opera il cui prezzo sia stato giudicato da molti fuori misura. Ormai le case d’asta sono i punti di riferimento per i grandi collezionisti e sanno bene come accrescere l’aspettativa in vista di un’imminente vendita. Ma quali sono state le opere più da record negli ultimi tempi? Ne abbiamo selezionate alcune…
All’inizio di quest’anno, una versione della celeberrima “Ragazza afgana” di McCurry, pubblicata per la prima volta nel 1985 sulla rivista National Geographic e divenuta leggenda, è stata messa all’asta dal sito ArtNet, con un prezzo di partenza di 15 mila dollari, poi ampiamente superato. Il famosissimo ritratto di Jean-Michel Basquiat venduto da Christie’s per la sconvolgente cifra di 57,3 milioni di dollari è un dipinto senza dubbio incredibilmente forte, ma di certo nemmeno lo stesso Basquiat, morto a soli 28 anni nel 1988, si sarebbe potuto immaginare una cifra simile per il suo “Untitled 1982”. Più contenuta Frida Kahlo, che con i suoi “Due nudi nel bosco” ha totalizzato quest’anno “solo” 8 milioni di dollari, ponendosi tuttavia al primo posto nella quotazione mondiale come artista donna latinoamericana.
Venendo poi ai nostri artisti nazionali vediamo come il celebre “Bacio” di Francesco Hayez, esistente in tre diverse versioni, sia stato battuto quasi due milioni di dollari da Christie’s a New York in aprile. Il contemporaneo Maurizio Cattelan, con la sua statua “Him” raffigurante Hitler in ginocchio, ha totalizzato ben 17,2 milioni di dollari ad un’asta di Christie’s di quest’anno. Ma il vero record assoluto di fine 2015 è quello del “Nu couché” di Modigliani, stimato 100 milioni di dollari e comprato da un magnate cinese per ben 170 milioni. Una cifra inimmaginabile dai comuni mortali.
E l’arte antica? Come reagisce il pubblico di oggi alla vendita di opere non appartenenti al trend del contemporaneo? Le grandi case d’asta a questo proposito stanno puntando su settimane intere dedicate all’antico, come la Classic Week di Christie’s al Rockfeller Plaza a New York che nell’aprile di quest’anno ha totalizzato 70 milioni di dollari per 482 opere vendute. Tra i pezzi più quotati spiccano una scultura egiziana della XII dinastia venduta per 845 mila dollari, un ritratto del Duca D’Orléans realizzato da Ingres battuto per quasi 2 milioni, e una “Sepoltura di Cristo” di El Greco che ha totalizzato il record di oltre 6 milioni.
Abbiamo visto nell’articolo precedente come esistano dei fattori comuni per la valutazione delle opere e l’attribuzione del prezzo, ma come abbiamo potuto notare in questo rapido riassunto delle aste di quest’anno, a volte a farla da padrone non è altro che il giudizio dato dalle cosiddette majors (Christie’s, Sotheby’s e Bonhams) che fanno schizzare la quotazione di un pezzo alle stelle. In fondo, nonostante vi siano canoni oggettivi per la valutazione del prezzo delle opere, non servirà solo entrare nelle grazie di questi giganti mondiali delle aste per essere super quotati? Il dubbio resta…