RIVALUTARE L’INCONSCIO

Di Francesca Cerno

Per venire infestati – non c’è bisogno di essere una casa – la mente ha corridoi in quantità. (…) Assai più sicuro attraversare al galoppo un’abbazia (…) che incontrare disarmati, in solitudine, il proprio io.”

Esplorava così il suo inconscio Emily Dickinson, nel 1863. Allora, il dottor Freud aveva 7 anni.

A oltre un secolo e mezzo di distanza, c’è ancora molto di sconosciuto di questo mondo interiore, misterioso e affascinante, che poeti, filosofi, esperti della psiche, ma anche singoli individui, spesso a tastoni, hanno cercato di esplorare.

A gettare un fascio di luce nelle nebbiose profondità dell’essere umano, Tiziano Possamai, filosofo e docente di Psicologia della comunicazione, e Gino Colla, presidente della nostra Associazione, che lo scorso 12 maggio sono stati protagonisti di un confronto dialogico tenutosi all’interno della rassegna Vicino/Lontano.

Una conversazione brillante che ha fornito diversi spunti per “ripensare” l’inconscio, come suggeriva il titolo dell’incontro: non tanto un contenitore di pulsioni caotiche difficilmente accessibili e governabili, come lo definì il padre della psicoanalisi, bensì una struttura complessa in cui operano capacità cruciali per la nostra esistenza, appena sfiorate dalla ricerca.

In apertura del dibattito, Gino Colla ha evidenziato le differenze tra il pensiero di Sigmund Freud, che ancora domina l’immaginario collettivo, e quello di Jacques Lacan: se per il primo l’inconscio è l’opposto della ragione, un luogo oscuro da dipanare attraverso i sogni, una sorta di caverna del mito di Platone dove è difficile affacciarsi e ancora più complesso avventurarsi, per lo psicanalista francese l’inconscio non solo possiede una propria grammatica, ma è percorribile. Lacan, infatti, sostiene che l’inconscio, forza irriducibile e incontenibile, è strutturato come un linguaggio, unico per ciascuno di noi, in cui risiedono il desiderio rimosso e le pulsioni di vita e di morte.

A questo primo intervento è seguito quello di Possamai, che partendo da Samuel Batler e da ciò che precede il discorso psicoanalitico, ha spiegato a un pubblico folto e attento i meccanismi adattivi e disadattivi dell’inconscio, nello specifico la rimozione. Si tratta di un processo volontario o inconsapevole, che consiste in un “non”: non comunicare, non ricordare, non affrontare una vicenda traumatica. Un tentativo di cesura che tuttavia non è efficace: proprio ciò che non si accetta, ritorna sotto forma di sintomo. Un problema psichico che si riversa nella fisicità, negli automatismi in primis, che tutte le diverse scuole di psicologia tentano di risolvere. Ed è qui che arriva la buona notizia. Non solo, sottolinea Possamai, è possibile mettere in luce il rimosso e prendere coscienza dei propri schemi ripetitivi e distruttivi – un primo passo altamente significativo – ma è possibile affrancarsene.

A questo proposito Gino Colla ha osservato il ruolo dell’arte nella sublimazione del vissuto doloroso: maestri del calibro di Flaubert, Holbein e Picasso attraverso le loro opere hanno riscattato se stessi e portato in superficie tematiche di interesse collettivo e sociale. Ma se gli artisti sono dunque avvantaggiati, d’altra parte anche tutti noi, come ha notato Possamai, interiorizzando il sapere abbiamo il potere di rendere virtuoso il nostro inconscio attraverso un esercizio di contro-ordine e con la forza di volontà. Nel tempo, quindi, è possibile, se non bonificare questo inconscio – che è un oceano e non un mare – almeno civilizzarlo, organizzarlo, in altre parole: farcelo amico.

“Noi siamo vissuti e abitati da un altro” – ha affermato Possamai, quasi parafrasando Emily Dickinson. Certo è che se la poetessa americana avesse assistito al dialogo alla libreria Tarantola, si sarebbe sentita più forte e preparata trovandosi in solitudine di fronte al proprio io.

Dopo questa carrellata di immagini attraverso i secoli la domanda tuttavia resta: What is Beauty? Sembra essere più un peso che un dono in alcuni casi, sia per le donne che per gli uomini. La bellezza è ancora, nonostante le lotte affrontate durante i secoli, uno degli obiettivi principali che la società moderna continua ad inseguire.

 

 

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