Di Chiara Filipponi
Venezia, Palazzo Ducale e Gallerie dell’accademia
Per festeggiare i 500 anni della nascita del pittore veneziano Jacopo Tintoretto, la Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington presentano a Palazzo Ducale un progetto di ricerca di respiro internazionale per celebrare questo esponente fondamentale della pittura europea del XVI secolo. On Art non poteva mancare a questo appuntamento e sarà a Venezia il 17 novembre per ammirare i capolavori di Tintoretto sotto la guida della curatrice Eva Comuzzi.
Nel percorso espositivo nell’Appartamento del Doge – a cura di Robert Echols e Frederick Ilchman, con la direzione scientifica di Gabriella Belli – si potranno ammirare 50 dipinti e 20 disegni autografi di Tintoretto, prestati dai grandi musei internazionali, unitamente ai famosi cicli realizzati per Palazzo Ducale tra il 1564 e il 1592, visibili nell’originaria collocazione. L’esposizione permetterà dunque di riscoprire pienamente la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che, figlio di un tintore, seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento. Tintoretto usava il colore per accendere di luce il disegno, luce che evidenziava i personaggi staccandoli dal contesto reale e proiettandoli in uno spazio scenografico che anticipa la sensibilità barocca.
Saranno esposte opere provenienti dai musei italiani e da quelli di Londra – la National Gallery, la Royal Collection, il Victoria and Albert Museum, la Courtauld Gallery – da Parigi, Gent, Lione, Dresda, Otterlo, Praga, Rotterdam. Dal Prado di Madrid arriveranno cinque opere straordinarie, comprese Giuseppe e la moglie di Putifarre (1555 circa), Giuditta e Oloferne (1552- 1555) e Il ratto di Elena (1578- 1579), di oltre tre metri di lunghezza. Susanna e i vecchioni, celebre e fascinoso capolavoro del 1555-1556, giungerà dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e, grazie agli Staatliche Museen di Berlino, si vedrà in mostra il nobile Ritratto di Giovanni Mocenigo (1580 circa). Emblematici e rivelatori sono i due autoritratti con cui si apre e si chiude il percorso espositivo, eseguiti uno all’inizio e uno alla fine della carriera di Jacopo e prestati rispettivamente dal Philadelphia Museum of Art e dal Musée du Louvre.
Il progetto di celebrazione dei 500 anni della nascita di Tintoretto, al quale hanno contribuito storici dell’arte di fama internazionale, si concretizza in un altro grande evento espositivo alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Ad affiancare l’esposizione Tintoretto 1519 – 1594 a Palazzo Ducale infatti, la mostra Il giovane Tintoretto alle Gallerie dell’Accademia, in un percorso integrato di straordinari capolavori provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private del mondo.
Curata da Roberta Battaglia, Paola Marini e Vittoria Romani, questa mostra ripercorre, attraverso circa 60 opere (26 eccezionali dipinti di Tintoretto, affiancati ai capolavori della collezione permanente del museo), il primo decennio di attività del pittore veneziano: dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera di impegno pubblico, il Miracolo dello schiavo, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia.
Articolato in quattro sezioni, il percorso indaga quel periodo ancora fortemente dibattuto della formazione di Tintoretto, mettendolo in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli anni ’30 e ’40 del Cinquecento.
In questo modo verrà chiarito come Jacopo Robusti acquisì e trasformò i suoi modelli per sviluppare uno stile unico, drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da artisti del calibro di Tiziano e Jacopo Sansovino, presenti in mostra con opere significative. Esposti anche i dipinti e le sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarono nello stesso ambiente, tra i quali, da ricordare Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati.
Due mostre uniche per celebrare un artista energico, che con la sua pennellata “furiosa”, ha lasciato il segno nella storia dell’arte e nel cuore della sua amatissima Venezia.