CASI GIUDIZIARI NEL MONDO DELL’ARTE

DI CHI È LA SPAZZATURA?

Di Marina Isaia

 

Vi siete mai chiesti di chi è la spazzatura?

Sì, proprio la spazzatura …

Ci giunge notizia di un caso veramente curioso proveniente dalla Germania.

E’ accaduto che un uomo disoccupato, frugando tra la spazzatura di un famoso pittore tedesco, Gerhard Richter, ha trovato quattro schizzi che, l’artista, ritenendoli di scarso valore artistico, aveva gettato.

Michael W., questo il nome del disoccupato, ha recuperato a Colonia, nella pattumiera del giardino di Richter, i disegni e, ritenendo che avessero un minimo valore, anche in considerazione della sua difficile situazione economico-finanziaria, li ha raccolti dall’immondizia dove erano stati gettati e, questo è stato il suo vero errore, ha cercato di venderli ad una casa d’asta a Monaco di Baviera che li aveva valutati circa €. 60.000,00.

Ma quando la casa d’Asta ha chiesto alla Fondazione Richter di Dresda, l’autentica è venuto a galla il fattaccio. La Fondazione ha risposto che i disegni erano autentici ma che l’artista non avrebbe mai permesso che lasciassero il suo atelier senza firma né cornice. Ecco allora che è scattata le denuncia del malcapitato disoccupato che a seguito di procedimento penale è stato condannato per furto, a pagare un’ammenda di €. 3.150,00.

In verità Richter tramite il suo avvocato ha dichiarato di non avere particolari interessi nei confronti del provvedimento legale contro il “ladro”, ma che avrebbe molto gradito “che le opere, come originariamente previsto, fossero andate distrutte”. Il giudice Katharina Potthoff ha infatti stabilito che le opere erano ancora di proprietà di Richter che, gettandole nella spazzatura, le ha consegnate alla società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, di qui la condanna.

Ne è scaturito comunque un acceso dibattito: è furto prendersi la spazzatura di qualcun altro? A chi appartiene la spazzatura di un artista? Disfarsi di qualcosa, anche di un’opera d’arte, fa cessare la proprietà, materiale o intellettuale?

Ricordiamo che il sommo Michelangelo, poco prima di congedarsi dal mondo, diede alle fiamme la maggior parte dei suoi schizzi.

Non voleva che i Medici ne venissero in possesso.

 

 

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