RIAPRE LA CASA MUSEO DI FREUD

Di Gino Colla

In settembre riapre la Casa Museo del padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, a Vienna, in Bergstrasse 19.

Il restauro ha richiesto un anno e mezzo e ha consentito di riaprire anche una interessante collezione di arte contemporanea dedicata alla psicoanalisi, con autori quali Louise Bourgeois, Ernesto Neto, Franz West ed altri.

Nel 1938 S. Freud si trasferisce a Londra, dove c’è un’altra casa museo, e lì muore nel 1939 per un tumore alla mascella.

Nella casa di Vienna si trovano alcuni oggetti provenienti da scavi archeologici. S. Freud collezionava infatti piccoli resti, che ricordavano la sua scoperta, la psicoanalisi.

Infatti, secondo Freud, far emergere dei ricordi, spesso rimossi, tramite il lavoro onirico, è simile al lavoro dell’archeologo, che rintraccia degli elementi profondi di antiche civiltà, e le riporta alla luce, cercando di mettere insieme un reperto compiuto.

A parte dell’influenza  della sua ricerca, e in particolare dell’Interpretazione dei sogni del 1899, sul lavoro dei surrealisti, e dell’arte cinetica, la lettura delle opere d’arte non può essere fatta senza far risuonare nelle intimità dello spettatore la propria psiche, ma anche quella dell’autore e del suo passato, in particolare di quando era bambino. In questo senso un esempio è quello di Luise Bourgeois. Lo stesso Freud, nell’Introduzione alla psicoanalisi, 35 lezioni a tema, scriveva che l’immagine del ricordo, precede il pensiero e lo condiziona. La parola è la base della nostra vita di relazione, ma senza le immagini non potremmo concepire un discorso e la nostra identità è fatta di momenti vissuti impressi come fotografie sbiadite nel nostro inconscio.

Per rivivere il fascino della psicoanalisi e del nostro Es, che poi è anche un inconscio collettivo, andiamo a visitare la casa museo a Vienna.

 

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