Di Marina Isaia
La struttura a La Praille, secondo i suoi direttori, ospita anche la più grande cantina di vino del mondo. Circa tre milioni di bottiglie di vino d’annata, soprattutto Bordeaux, sono conservati in casse di legno nei sotterranei dell’edificio, dove maturano lentamente alla temperatura ideale.
Il porto franco di Ginevra ha giganteschi magazzini che offrono uno spazio equivalente a 22 campi da calcio; buona parte della superficie è affittata. La maggioranza delle azioni è in mano al cantone di Ginevra.
La domanda di magazzini di fascia alta da parte di musei, collezionisti privati e investitori è così elevata che recentemente a La Praille è stato inaugurato un secondo magazzino hi-tech di 10.400 metri quadrati, dedicato in modo specifico all’arte. Anche questo magazzino è già quasi completamente prenotato.
Ginevra offre molti vantaggi, soprattutto finanziari. In origine i porti franchi erano nati per conservare temporaneamente derrate e prodotti manifatturieri in transito, ma in anni recenti sono usati sempre più spesso da investitori e collezionisti come sedi permanenti.
L’aspetto «franco» dei porti franchi si riferisce alla sospensione dei dazi e delle tasse doganali. I beni possono essere tenuti lì per un periodo illimitato e con spese minime. Un quadro può essere inviato a Ginevra e tenuto in magazzino per anni senza mai pagare un’imposta. Finché i beni sono immagazzinati in un porto franco, i proprietari non pagano tasse o dazi per l’importazione. Se l’opera è venduta nel porto franco, il proprietario non paga nulla neppure per il passaggio di proprietà. Quando invece le merci lasciano il porto franco sono valutate e tassate.
Posto vicino al centro della città, il porto franco ha valore strategico per il canton Ginevra e porta ogni anni tra i 10 e i 12 milioni di franchi nelle casse dello Stato.
Ricordiamo che la Svizzera, ha ben dieci porti franchi e 245 aree extradoganali e … ricordiamo che l’anno scorso è stato firmato il decreto che fa di Trieste l’unico porto franco internazionale d’Europa … chissà se a “qualcuno”, in Italia, venga in mente “qualcosa” …