Di Gino Colla
È in corso a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, la mostra “Courbet e la natura”. La mostra esplora alcuni temi del lavoro di Courbet, che era parte del movimento Realista, presente nell’800 in Francia, che voleva rappresentare la realtà in modo il più possibile oggettivo, e anche, come gli Impressionisti, cogliere l’attimo in cui la natura si mostra.
Essendo Courbet nato e vissuto a Ornans, sud est della Francia, egli rappresenta panorami legati al fiume Loue, ma anche le marine tempestose della Normandia, le misteriose grotte da cui nascono cascate, ma anche scene di caccia, dove si manifesta la grandiosità della natura e l’opera disgregatrice dell’uomo, con il Cervo nell’acqua.
In quegli anni si diffondeva l’uso della fotografia, e un tema del Realismo era anche cercare di distinguersi dalla fredda immagine delle fotografie, trasmettendo con i colori, l’emozione del paesaggio reale. Un esempio è la Volpe nella neve, dove la pelliccia sembra quasi presente vicino a noi e la neve tutt’intorno appare non ostile, ma accogliente (in tal senso anche il quadro di Monet, La gazza nella neve, che potete trovare su internet).
Nei paesaggi di mare, richiamo L’Onda, che risente dell’influenza della pittura giapponese, di Haruki, molto conosciuta e apprezzata dagli impressionisti (in particolare da van Gogh). Tra l’altro, poco distante da Ferrara, a Bologna, è in corso la mostra su Haruki e Hiroshige al museo Archeologico, con 250 capolavori dal museo di Washington.
In generale, alla fine della mostra di Courbet, ci si sente accolti dentro la maestosità dell’ambiente e si esce rinfrancati come dopo una passeggiata nel bosco.
È anche meritevole di attenzione, la capacità di Ferrara, di creare mostre così complete e significative, anche grazie all’apporto dei privati, visto che la città è delle dimensioni di Udine. E questa politica culturale, alla lunga, paga, vista la presenza di tanti turisti dall’Italia e dall’estero.
Turismo, fonte di entrate per vari comparti, e arte, devono e possono essere congiunte, in una strategia virtuosa. La cultura è alla base non solo di ricavi per l’Italia povera di materie prime, ma è anche determinante per acquisire una mente aperta al mondo e al cambiamento. On art esiste anche per questo.