IDEE PER LE VACANZE…

Di Chiara Filipponi

Che preferiate passare le feste a casa o andare in giro per il mondo, ecco alcuni suggerimenti per vivere le vacanze all’insegna dell’arte! Buona lettura!

 

Quest’anno la nostra città offre una interessante mostra a Casa Cavazzini su Armando Pizzinato visitabile fino al 3 febbraio 2019. Pizzinato ha prodotto numerose opere grafiche, fin dagli esordi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, utilizzando tutte le tecniche conosciute. I suoi primi lavori sono improntati ad una sorta di solenne classicità che viene presto abbandonata per abbracciare l’Astrattismo diventando uno dei primi artisti italiani a rinunciare alla figura, se non per inserirla in un’avvolgente struttura compositiva di carattere neo-cubista. L’esposizione, a cura della Triennale Europea dell’Incisione in collaborazione con i Civici Musei del Comune di Udine è visitabile da martedì a domenica, dalle 10.30 alle 17.00.

Spostandoci a Milano, al MUDEC, Museo delle culture, troviamo la mostra Paul Klee. Alle origini dell’arte, a cura di Michele Dantini e Raffaella Resch. L’esposizione presenta un’ampia selezione di opere di Klee sul tema del “primitivismo”, con un’originale revisione di questo argomento che in Klee include sia epoche preclassiche dell’arte occidentale (come l’Egitto faraonico), sia epoche sino ad allora considerate “barbariche” o di decadenza, come l’arte tardo-antica, quella paleocristiana e copta, l’Alto Medioevo; sia infine l’arte africana, oceanica e amerindiana. La mostra presenta un centinaio di opere dell’autore, provenienti da importanti musei e collezioni private europee, e conta su una consistente collaborazione del Zentrum Paul Klee di Berna. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 3 marzo 2019. 

Sempre presso il MUDEC è possibile visitare la mostra “A Visual Protest. The Art of Banksy” che analizza la figura di Banksy, artista e writer inglese la cui identità rimane tuttora nascosta, considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea. Le sue opere sono spesso connotate da uno sfondo satirico e trattano argomenti universali come la politica, la cultura e l’etica. L’alone di mistero che, per scelta e per necessità, si autoalimenta quando si parla della figura di Banksy lo fa diventare un vero e proprio mito dei nostri tempi. La sua protesta visiva coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico e ne fa uno degli artisti più amati dalle giovani generazioni.
Sono già state organizzate diverse mostre su Banksy presso gallerie d’arte e spazi espositivi, ma mai un museo pubblico italiano ha ospitato finora una sua monografica. Una mostra non autorizzata dall’artista, come tutte quelle a lui dedicate prima d’ora, in quanto Banksy continua a difendere il proprio anonimato e la propria indipendenza dal sistema.
In linea con i principi di fruizione delle opere dell’artista non sono presenti in mostra suoi lavori sottratti illegittimamente da spazi pubblici, ma solo opere di collezionisti privati di provenienza certificata.

Cambiando totalmente genere ci trasferiamo a Mestre, precisamente all’M9, nuovo museo veneto dedicato al Novecento, con la mostra fotografica “L’Italia dei fotografi. 24 storie d’autore”. Si intitola così la prima mostra temporanea appositamente prodotta per il museo M9 dalla Casa dei Tre Oci – Civita Tre Venezie e visitabile da sabato 22 dicembre 2018 a domenica 16 giugno 2019 negli spazi al terzo piano del polo culturale nel centro di Mestre. L’esposizione, curata da Denis Curti, propone oltre 230 immagini di formati diversi, a colori e in bianco e nero, scattate da 24 grandi fotografi italiani che raccontano così il Paese nel corso del ’900, in una sorta di ideale continuazione con la narrazione multimediale della mostra permanente ospitata nei primi due piani di M9. Tra i fotografi esposti: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Fulvio Roiter, Ferdinando Scianna e molti altri, tutti artisti che hanno saputo fissare nelle loro immagini storie del Novecento che sono il frutto di un percorso e di un progetto artistico originale e coerente, e che la mostra trasforma in una antologia di “letture visive” filtrate attraverso la loro personale visione. Un angolo visuale soggettivo che si intreccia con le narrazioni del Novecento proposte nella mostra permanente multimediale.

 

Restando in Veneto vi proponiamo “Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo” l’innovativa grande mostra di arazzi a Venezia, a Palazzo Zaguri in Campo San Maurizio. Quando Vassily Kandinsky, precursore e fondatore della pittura astratta, nel 1925 dipinse Rosso, Giallo, Blu mai avrebbe immaginato che un italiano, innamorato dell’arte contemporanea, del suo quadro avrebbe fatto un arazzo talmente bello da sembrare un dipinto. Il capolavoro dell’artista Franco Russo è dunque stato scelto come simbolo della mostra “Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo”. Cento gli arazzi esposti nei quattro piani del palazzo veneziano, per un valore complessivo di circa cinquanta milioni di euro. La maggior parte proviene da una delle ultime arazzerie italiane, quella fondata nel 1960 da Ugo Scassa, il cui sogno, mai realizzato in vita, era proprio di esporre le proprie opere a Venezia. Da Kandinskij a Botero, passando per De Chirico, Mastroianni, Paul Klee, Henri Matisse, Joan Mirò e Andy Wharol, solo per citare alcuni dei grandi maestri presenti alla mostra. Perfino Renzo Piano fece “tradurre” alcuni suoi disegni con questa tecnica, a imperitura memoria.

E per chi non l’avesse ancora visitata, c’è tempo fino al 6 gennaio 2019 per visitare la mostra a Palazzo Ducale a Venezia Tintoretto. 1519-1594 organizzata per celebrare i 500 anni della nascita del pittore veneziano Jacopo Tintoretto. Nel percorso espositivo nell’Appartamento del Doge – a cura di Robert Echols e Frederick Ilchman, con la direzione scientifica di Gabriella Belli – si possono ammirare 50 dipinti e 20 disegni autografi di Tintoretto, prestati dai grandi musei internazionali, unitamente ai famosi cicli realizzati per Palazzo Ducale tra il 1564 e il 1592, visibili nell’originaria collocazione. L’esposizione permette dunque di riscoprire pienamente la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che, figlio di un tintore, seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento. E per chi non ne avesse ancora abbastanza di Tintoretto, suggeriamo di proseguire con l’esposizione Il giovane Tintoretto in corso alle Gallerie dell’Accademia.

Spostandoci poi nella capitale, ecco che a Roma troviamo Andy Warhol, in mostra al Vittoriano in una mostra realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita. L’esposizione, con le sue oltre 170 opere, vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.

Ma a Roma non si parla solo di Andy Warhol. Sempre al Vittoriano, spazio all’action painting di Jackson Pollock nell’Ala Brasini. Sono qui presenti i pezzi più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York tra cui, oltre a quelli di Jackson Pollock, quelli di Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e molti altri rappresentanti della Scuola di New York che entrano nella città eterna con tutta l’energia e il carattere di rottura che fece di loro gli eterni e indimenticabili “Irascibili”.
Attraverso circa 50 capolavori – tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.

 

Pensando più in grande voliamo a Londra, dove alla Saatchi Gallery è in corso una nuova esposizione dedicata al ruolo satirico e critico che l’arte contemporanea ha nel mondo in cui viviamo.

Da sempre gli artisti hanno cercato di esprimere, attraverso le opere create, il proprio pensiero e le proprie idee in una sorta di racconto-denuncia della società. Ma è stato soprattutto negli ultimi due secoli, ed in particolare dalla seconda metà dell’Ottocento, che molti artisti hanno iniziato a pensare che la satira potesse essere un genere autonomo ed una forma di comunicazione moderna, in grado di restituire un’istantanea dei mutamenti sociali, politici e culturali del tempo.

I curatori della mostra Black Mirror: Art as Social Satire hanno selezionato il lavoro di ventisei artisti internazionali per indagare e scoprire l’importanza dell’arte nella satira sociale e politica degli ultimi decenni; la mostra, in particolare, intende mettere in evidenza il modo in cui l’arte si è rapportata con i problemi degli ultimi anni, durante un periodo di acuto disagio politico, sociale ed economico e su come gli artisti abbiano criticato e messo in ridicolo i potenti, i cattivi, gli stupidi o, in generale la società in cui si vive.

 

Se invece avete in mente di passare delle romantiche feste nella capitale francese, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi celebra il prezioso contributo della cultura giapponese all’arte e al design in una mostra intitolata “Japon-Japonismes, 1867-2018” (Giappone-giapponismi, 1867-2018). L’esposizione è parte del progetto “Japonismes 2018: les âmes en resonance”, un vasto programma di iniziative organizzate in molte sedi, non solo nella capitale, per festeggiare i 160 anni di relazioni diplomatiche fra il governo francese e quello giapponese. I visitatori hanno l’opportunità di ammirare circa 1500 opere che coprono un ampio ventaglio di media artistici, dall’arte al design, dalla moda alle arti grafiche alla fotografia.

La mostra, che comprende opere di Hokusai, Emile Gallé, René Lalique, Kuramata Shiro, Charlotte Perriand e Tanaka Ikkō è co-organizzata dal Musée des Arts Décoratifs e dalla Fondation du Japon.

 

Non poteva infine mancare nella nostra carrellata di mostre d’arte in giro per il mondo, New York, meta da molti ambita per le vacanze di natale. Per gli appassionati di moda, ecco che il Museum of Modern Art presenta la mostra ”Items: Is Fashion Modern?”, una panoramica di 111 oggetti, fra abiti e accessori di moda, che hanno avuto un profonda influenza sulla storia del costume del Novecento.

Curata da Paola Antonelli, la mostra esplora il mondo della moda in modo tematico, ed espone 111 “oggetti” potenti e longevi, che rappresentano le manifestazioni delle modalità con cui la moda è entrata, e entra, nelle vite quotidiane di ognuno di noi, a ogni latitudine.
Le 111 tipologie sono presentate nella forma che le ha rese iconiche negli ultimi 100 anni, accanto a materiali di contestualizzazione – fotografie o video – che tracciano la storia e le origini di ogni oggetto attraverso la sua forma archetipica.

 

Con la speranza di avervi dato spunti interessanti per le vostre vacanze, vi auguriamo buone feste e un felice anno nuovo!

Ci vediamo nel 2019 con tante iniziative!

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