LA NASCITA DI ZEUS E I SUOI AMORI

Di Chiara Filipponi

Tra arte e mitologia

Da quest’anno inauguriamo una nuova rubrica dedicata alla mitologia e all’arte. Ogni mese un approfondimento su un personaggio della mitologia greca e sulla sua rappresentazione nella storia dell’arte. Inizieremo dalla divinità più importante di tutte, Zeus, il padre degli dei.

Buona lettura!

 

Zeus nella mitologia greca è il capo di tutti gli dei, il sovrano dell’Olimpo, il dio del cielo e del tuono. I suoi simboli sono la folgore, il toro, l’aquila e la quercia.

Figlio del titano Crono e di Rea, era il più giovane dei suoi fratelli e sorelle: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Nella maggior parte delle leggende o miti era sposato con Era, anche se in numerosi racconti si parla di altre spose, come ad esempio di Meti (madre di Atena).

Il frutto dei suoi numerosi convegni amorosi furono i suoi molti celeberrimi figli, tra i quali Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Atena, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse e le Muse. Tali rapporti amorosi venivano consumati da Zeus anche sotto forma di animali (cigno, toro, ecc.), infatti tra i suoi enormi poteri egli aveva anche quello di tramutarsi in qualsiasi cosa volesse.

La nascita di Zeus

Il titano Crono ebbe molti figli da Rea: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone, ma li divorò tutti appena nati, dal momento che aveva saputo da Gea e Urano che il suo destino era di essere spodestato da uno dei suoi figli così come lui stesso aveva spodestato suo padre. Quando però Zeus stava per nascere, Rea chiese a Gea di escogitare un piano per salvarlo, in modo che Crono ricevesse la giusta punizione per ciò che aveva fatto a Urano e ai suoi stessi figli. Rea partorì Zeus a Creta, consegnando al suo posto a Crono una pietra fasciata con dei panni che egli divorò immediatamente. La madre nascose Zeus in una cesta sospesa ad un albero, sorvegliato da una famiglia di pastori ai quali promise in cambio che le loro pecore non sarebbero state attaccate dai lupi.

Rea nascose quindi Zeus in una grotta sul Monte Ida a Creta e, secondo una delle varie versioni della leggenda, fu allevato ed educato da Gea.

Raggiunta l’età adulta, Zeus costrinse Crono a rigettare prima la pietra che l’aveva sostituito, poi i suoi fratelli e sorelle nell’ordine inverso rispetto a quello in cui erano stati ingeriti. A questo punto Zeus liberò dalla loro prigione nel Tartaro anche i fratelli di Crono: gli Ecatonchiri e i Ciclopi. Insieme, Zeus e i suoi fratelli e sorelle, gli Ecatonchiri e i Ciclopi rovesciarono dal trono Crono e gli altri Titani grazie alla terribile battaglia chiamata Titanomachia. I Titani sconfitti furono da allora confinati nell’oscuro regno sotterraneo del Tartaro. Atlante, in quanto capo dei Titani che avevano combattuto contro Zeus, fu condannato a reggere il cielo sulle sue spalle.

Dopo la battaglia contro i Titani Zeus si spartì il mondo con i suoi fratelli maggiori Poseidone e Ade sorteggiando i tre regni: Zeus ebbe in sorte i cieli e l’aria, Poseidone le acque e ad Ade toccò il mondo dei morti. L’antica terra, Gaia, non poté essere concessa ad alcuno, ma venne condivisa da tutti e tre a seconda delle loro capacità.

 

Gli amori di Zeus

Di seguito una selezione di alcuni fra i miti più importanti relativi ai numerosi amori di Zeus e una raccolta di immagini note nella storia dell’arte per la loro rappresentazione del padre degli dei.

Zeus ed Era

Zeus era sia il fratello sia il marito di Era. Con lei generò Ares, Ebe ed Efesto. Le numerose conquiste che Zeus fece tra le Ninfe e le mortali, che diedero inizio alle più importanti dinastie greche, sono proverbiali. Molte leggende dipingono un’Era gelosissima delle conquiste amorose del marito e fiera nemica delle sue amanti e dei figli da loro generati.

 

Zeus e Meti

Il nome “Meti” significa “prudenza” ma anche “perfidia” e si oppone all’Ananke, la fatalità.

Secondo il mito Meti è stata anche la prima amante (e forse la prima moglie) di Zeus, ma la donna non si consegnò facilmente al dio, trasformandosi in mille modi cercando di sfuggirgli prima di arrendersi. Un altro oracolo aveva previsto che Zeus sarebbe stato detronizzato da un figlio avuto da Meti e quindi dopo aver giaciuto con lei, decise di divorarla.

Zeus la indusse quindi a trasformarsi in una goccia d’acqua (Meti, infatti, è in grado di assumere ogni forma desideri) e la inglobò bevendola. A questo punto venne al dio un fortissimo mal di testa e, grazie all’aiuto di Efesto, si riuscì a spaccare con un’ascia il cranio immortale di Zeus, e dalla ferita uscì Atena, la dea della strategia e della sapienza, già adulta e abbigliata da combattente, ottima consigliera del padre degli dei.

 

Zeus ed Europa

Zeus si innamorò di Europa osservandola insieme ad altre coetanee raccogliere dei fiori nei pressi della spiaggia e per averla ordinò ad Ermes di guidare i buoi del padre di Europa verso quella spiaggia. A quel punto assunse le sembianze di un toro bianco e le si avvicinò per distendersi ai suoi piedi.

Europa salì sul dorso del toro e questi la portò attraverso il mare fino all’isola di Creta.

Qui Zeus rivelò la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma lei resistette. Il dio si trasformò in aquila e riuscì a sopraffarla in un bosco di salici.

Il padre di Europa, Agenore, mandò i suoi figli in cerca della sorella ma nessuno si recò a Creta e così non fu mai più ritrovata.

Zeus fece a Europa i doni del Talo, di Laelaps e di un giavellotto che non sbagliava mai il bersaglio. Successivamente ricreò la forma del toro bianco nelle stelle che compongono la Costellazione del Toro.

Europa sposò poi il re di Creta Asterio e divenne la prima regina dell’isola greca.

 

Zeus e Danae

Danae fu imprigionata in una torre dal padre, il re Acrisio, spaventato dalla predizione dell’oracolo di Delfi che sarebbe stato ucciso dal nipote. Ma Zeus, attratto dalla fanciulla, andò da lei in forma di pioggia dorata e in seguito a quell’incontro, Danae divenne madre di Perseo.

Alla nascita del bambino, Acrisio non volle ucciderli direttamente, ma li rinchiuse entrambi in una cassa inchiodata, che fece gettare in mare. La cassa fu trasportata dalle onde fino all’isola di Serifo, dove Danae fu trovata e salvata da un abitante dell’isola di nome Ditti e fratello del re Polidette.

 

Zeus e Alcmena

Zeus approfittò di un periodo di assenza del marito di Alcmena, Anfitrione, per presentarsi a lei sotto le spoglie di quest’ultimo ed insieme a lei trascorse una notte lunga tre giorni dando ad Alcmena i due gemelli Eracle ed Ificle. Secondo Esiodo, Zeus si invaghì di Alcmena non solo per la sua virtù ma anche per la sua fedeltà al marito ed infatti, per sedurla non ebbe altra scelta che trasformarsi nell’uomo che ella amava, il marito Anfitrione.

Saputo del tradimento di Alcmena ad Anfitrione, questi decise di uccidere la moglie dandole fuoco. Tuttavia l’intervento provvidenziale di Zeus provocò un acquazzone che spense il rogo, e convinse Anfitrione a perdonare Alcmena. Altre versioni però raccontano che al suo ritorno Anfitrione venne sì a conoscenza dell’involontario tradimento di Alcmena con Zeus, ma non si adirò, anzi si ritenne addirittura onorato dal fatto che Zeus avesse scelto la sua sposa per la sua bellezza e la sua fedeltà, anche perché Alcmena non aveva alcuna colpa, essendo stata ingannata dall’astuzia del re degli dei.

 

Zeus e Callisto

Secondo Esiodo, Callisto era una ninfa compagna di caccia della dea Artemide, divinità in onore della quale la giovane aveva fatto voto di castità.

La virtù di Callisto però venne presto insidiata da Zeus in persona il quale, venuto a conoscenza della decisione del voto della ninfa e della sua testardaggine nel non voler cedere alle lusinghe del genere maschile, non esitò ad ingannarla nel peggiore dei modi. Assunte infatti le sembianze di Artemide, Zeus riuscì a consumare un incontro d’amore con Callisto e persino ad ingravidarla.

Artemide, alla scoperta di quella gravidanza e del voto tradito, reagì punendo duramente la giovane ninfa che venne trasformata in un’orsa.

A questo punto finalmente Zeus fu mosso a compassione e per rimediare parzialmente alle sue colpe e al danno arrecato a Callisto, la accolse in cielo in qualità della famosa costellazione dell’Orsa Maggiore. Dopo il parto poi, il capriccioso re dell’Olimpo affidò Arcade, il figlio che Callisto diede alla luce, a Maia, madre di Ermes.

 

Zeus e Mnemosine

L’altra figlia di Gea e Urano con la quale si congiunse Zeus, fu Mnemosine, la dea “Memoria”. Alla festa nuziale Zeus chiese agli dei che cosa mancasse loro ancora ed essi risposero: “I celebranti!”. Allora egli creò le Muse. Per nove giorni Zeus si unì a Mnemosine sul loro giaciglio sacro, lontano dagli altri dei. Dopo un anno Mnemosine partorì nove figlie di uguale carattere, che pensavano soltanto al canto e a null’altro. Essa le partorì appena un po’ lontano dalla cima nevosa dell’Olimpo, nel posto dove esse avrebbero avuto il luogo per le loro danze e il loro palazzo. Da quel luogo partivano, alla volta dell’Olimpo, con canti immortali. I loro nomi erano: Clio, colei che rende celebri, Euterpe, colei che rallegra, Talia, la festiva, Melpomene, la cantante, Tersicore, colei che si diletta nella danza, Erato, colei che suscita desideri, Polimnia, ricca di inni, Urania, la celeste, e Calliope, colei che ha una bella voce.

 

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