ERA

Di Chiara Filipponi

Tra arte e mitologia

Ogni mese un approfondimento su un personaggio della mitologia greca e sulla sua rappresentazione nella storia dell’arte. Questa puntata è dedicata alla sovrana dell’Olimpo, Era, consorte di Zeus.

Buona lettura!

 

Era, figlia di Crono e di Rea, era venerata dagli antichi greci come la sovrana dell’Olimpo. Ad essa erano attribuiti numerosi epiteti, fra cui quello di dea dalle bianche braccia e dal trono d’oro, ma sicuramente il più peculiare era quello di “boopis”, dall’occhio di bovino: infatti, alla regina degli dei venivano associati gli armenti, di cui era considerata protettrice. Oltre ai bovini, un ulteriore animale ritenuto a lei sacro era il pavone, del cui piumaggio adorno di occhi la dea era considerata essere la creatrice. Dea dal carattere volubile e tenace, era anche la patrona delle donne, del matrimonio, della famiglia, e del parto.

 

La nascita di Era

Il Titano Crono e sua sorella nonché moglie Rea ebbero sei figli, Demetra, Estia, Poseidone Zeus, Ade ed Era. Dopo il patricidio portato a termine da Zeus, quest’ultimo assunse il potere supremo, detronizzando i titani e spartendosi il controllo del mondo con i fratelli Poseidone e Ade. Ricalcando ciò che Crono stesso aveva fatto, Zeus prese come moglie sua sorella Era, nonostante l’iniziale contrarietà della dea, che Zeus riuscì a vincere con l’inganno. Zeus, infatti, consapevole del forte legame di Era con il mondo animale, assunse le sembianze di un cuculo per entrare nelle sue grazie, per poi ritrasformarsi in dio e stuprarla. A causa dell’onta subita, la dea accettò la proposta di matrimonio del fratello e divenne così la sua compagna.

 

Era e le Fatiche di Eracle

Come si è detto in apertura, la sovrana degli dei rappresentava la sacralità del matrimonio, la forza e l’unità del focolare; tuttavia, a ciò si accompagnava una gelosia leggendaria, capace di far impallidire il più potente degli dei. Per questo motivo, molti dei miti che la riguardano si intrecciano con le acrobazie adulterine del marito, Zeus, a rimarcare la natura umana delle divinità greche, e, allo stesso tempo, la contrapposizione dei due sovrani dell’Olimpo. Nel caso del mito di Eracle, esistono numerose versioni dello stesso mito, una delle quali viene raccontata da Omero nell’Iliade. Secondo questa interpretazione, Zeus, in un ennesimo atto di infedeltà, mise incinta Alcmena. Il giorno del parto Zeus annunciò la nascita del suo erede, dichiarando che il bambino nato quel giorno avrebbe regnato su Micene. Era, resa gelosa e rancorosa dall’infedeltà di Zeus, scese sulla terra per rallentare le doglie di Alcmena e per affrettare il parto di un’altra mortale, la quale diede alla luce Euristeo. Quest’ultimo, e non Eracle, divenne così il sovrano. Le dispute fra Zeus ed Era riguardo Eracle proseguirono nel corso dell’infanzia del bambino; la dea tentò di uccidere il bambino inviando due serpenti nella sua culla, e Zeus trasse in inganno la moglie, convincendola ad allattare il bambino. Una volta compresa l’identità dell’infante, Era se lo strappò dal grembo. Lo schizzo di latte della dea creò, secondo il mito, la Via Lattea.

L’ira di Era rimase implacabile: una volta adulto, essa spinse alla follia l’eroe, al punto che quest’ultimo uccise i suoi stessi figli. Quando Eracle decise di intraprendere le sue Fatiche, Era continuò a ostacolarlo con ogni mezzo, anche a rischio della sua stessa incolumità. Tuttavia, alcuni miti raccontano che Eracle riuscì infine a guadagnarsi il favore della dea salvandola da uno stupro a opera di un Gigante.

 

Io, Dea Egizia

Un altro racconto legato alle infedeltà di Zeus è quello del mito di Io e di Argo. Zeus, accortosi dell’arrivo della moglie, trasformò la sua amante Io in una vacca bianca per poter fingere di non essere stato infedele. Era, capito l’inganno, chiese in dono l’animale per evitare che Zeus potesse continuare a tradirla. Zeus acconsentì, e la dea decise di porre Argo, il suo più possente e fedele servitore, a guardia di Io. Tuttavia, Zeus non rinunciò e chiese ad Hermes di addormentare Argo e ucciderlo, in modo tale da poter liberare Io. Il piano del re degli dei riuscì, e Io, vagando per la terra, riuscì a raggiungere l’Egitto, dove fu poi venerata come la dea Iside. Era, rassegnata alla sconfitta, permise a Zeus di ritrasformare la sua vecchia amante in donna, a patto che non avesse più contatti con lei. Io, spogliatesi delle sembianze animalesche, divenne regina d’Egitto, e suo figlio, concepito con Zeus, divenne poi re d’Egitto a sua volta.

 

La mela d’oro

Il mito racconta che solamente Eris, dea della discordia, non fu fra le divinità invitate al matrimonio di Teti e Peleo, futuri genitori di Achille. Per vendicarsi dell’affronto subito, essa scagliò una mela d’oro con l’iscrizione “alla più bella” al ricevimento, in modo tale da provocare animosità fra le dee. Infatti, sia Afrodite che Era e Atena si dichiararono degne del pomo d’oro, e chiesero agli dei di decidere sulla questione. Nessuna fra le divinità volle schierarsi, così Zeus, a sua volta restìo a esprimere un giudizio, rimise la questione al giovane e bellissimo principe di Troia, Paride. Ciascuna dea tentò di guadagnarsi il favore del giovane: Era gli offrì potere su tutta l’Asia, Atena gli promise gloria e saggezza, Afrodite invece si impegnò assicurandogli l’amore della più bella donna vivente. Paride, come è noto, scelse Afrodite, suggellando così il suo destino e quello di tutta Troia. Infatti, la donna a lui promessa non era altri che Elena, moglie del re greco Menelao. La fuga a Troia di quest’ultima con Paride diede inizio alla guerra di Troia, narrata nell’Iliade, e fece in modo che Era e Atena si schierassero dalla parte dei greci durante il conflitto.

 

Era, madre degli dei

Era ebbe numerosi figli, il cui numero muta in base al mito cui si fa riferimento. Tuttavia, in genere la letteratura concorda nel riconoscerle la maternità di Ares, dio della guerra, di Ilizia, dea della fertilità e del parto, di Eris, dea della discordia, di Ebe, dea della gioventù, di Efesto, dio del fuoco e della forgia, e di Tifone, un dio serpente. In alcuni casi, quali per esempio quello di Ares e di Ebe, la paternità viene attribuita a Zeus. In altri, al contrario, non vi è alcuna paternità, e la nascita di un figlio pare conseguente a un moto di rabbia e rancore della dea nei confronti del consorte, macchiatosi di un ennesimo adulterio. Emblematico è il caso del mostro Tifone, nato a seguito della nascita della dea Atena, un perfetto contraltare per la futura dea della saggezza.

 

Il mito di Era

Il culto di Era è antichissimo, al punto tale che potrebbe precedere, secondo alcune documentazioni, quello del suo consorte Zeus. Infatti, pur con diversi nomi nel corso del tempo, essa fu venerata e rimase al centro del pantheon greco per lungo tempo. Il lato turbolento e vendicativo della dea viene sottolineato dalla maggior parte dei miti che la riguardano, e, tuttavia, non è sufficiente ad esaurire ciò che essa rappresentava. Infatti, Il ruolo di regina degli dei, e, in particolare, di moglie di Zeus comportava difficoltà e frustrazioni tali da rendere molto più complessa e realistica la sua caratterizzazione. Da un lato, le continue infedeltà subite la marchiavano di un’onta terribile e, dall’altro, le responsabilità e il prestigio legati alla sua posizione nella gerarchia divina la rendevano intoccabile, lontana dagli stessi dei suoi pari. Di fatto Era, pur con tutte le sue debolezze dal sapore terreno, rappresentava per i greci l’istituzione del matrimonio, la sacralità della famiglia e dei figli come fondamenta della società greca. In aggiunta, il legame stretto fra la dea e il regno animale la presentava come una madre di tutte le creature, umani compresi. Infine, la sua inventiva e tenacia, nonché la sua intuizione nel saper anticipare le mosse del marito la rendevano anche un esempio di intelligenza, spesso messa al servizio della vendetta, ma non per questo meno brillante.

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